Francesco Sforza e un contratto per il Ducato di Milano
Con questo atto venne concordato che le gabelle sarebbero state moderate, “riducendosi la macina a soldi 12”, il "dazio del vino a soldi 4", e stabilendosi che “non s'imporrebbero in avvenire nuove gabelle, anzi si abolirebbe quella del fieno”, il prezzo del sale sarebbe stato lire 3 per ogni staio.
Il nuovo duca avrebbe fatto residenza in Milano, almeno per due terze parti dell'anno, i tribunali avrebbero sempre in Milano la loro sede, così come tutti gli ufficiali a parte del Podestà sarebbero stati milanesi.
Vedremo poi che questa legittimazione di “officiali” solo milanesi è alla fine legata non tanto alla nascita ma alla “residenza” tanto più che Angelo Simonetta diventa Segretario ducale dopo essere arrivato in città così come succede per i suoi fratelli Cicco, Andrea.
Interessante la parte militare di questo contratto, i milanesi non avrebbero subito alcuna coscrizione ma avrebbero comunque dovuto “somministrar carri e guastatori per gli usi militari”.
Con l'entrata del Duca in Milano inoltre tutti i soldati a piedi, a cavallo, saccomanni, uomini d'armi, presenti in città ne sarebbero usciti, lasciando la città esente dall'alloggiamento dei militari, se non per i conestabili alle porte, il Duca però in casi speciali potrà deviare da questa regola.
Fonti :
Registri delle lettere ducali del periodo sforzesco - C. Santoro, Milano 1961
L'historia di Milano - B.Corio
Testo e Ricerca Storica : Eugenio Larosa
Inserisci un Commento