Di una giostra facta a Forlivio da li Ordelaffi
Il 13 Maggio del 1460 nasce il figlio legittimo di Cecco Ordelaffi e di madonna Elisabetta Manfredi e “fo chiamato et renovato el nome de la bona memoria del signore Antonio”.
La nascita del nuovo erede di famiglia Ordelaffi fu piuttosto rumorosa, nato “tra le tre ore e quatro de nocte” fu avvisato il Castellanno di Ravaldino che svegliata la guarnigione fece tuonare le bombarde della fortezza.
Il bambino viene battezzato la mattina di domenica 15 giugno presso San Mercuriale e la piazza era già stata preparata per la giostra “e già era in la piacia cadafalti, bertrische, e altri cose da vedere ; e li lisse , cioè li corde con li pali, in mezo de la piacia tra la Crocetta el palacio ove si dovea giostrare. Lo palio era a li fenestre del palacio.”
I festeggiamenti iniziano alla mattina con la giostra ”de scodieri novi” ovvero i giovani cavalieri di famiglia nobile che non avevano mai giostrato, il premio era una “bella zornea de citanino verde” (giornea in seta verde).
Il torneo fu vinto da uno dei camerieri “recamadore” (ricamatore con abilità cavalleresche) di madonna Elisabetta Manfredi.
L'evento principale ovvero la giostra “grande” inizia al suono delle campane, “la canpana comencza a strimizare”, nel primo pomeriggio “Di po el disinare”.
I giostratori furono circa 40 provenienti “de più parti”, “erave giostratore da Mantoa de Ferara d' Arimine e de molti lochi“.
La piazza gremita di pubblico , era allestita con diversi velari (tabernacoli et solari) sotto cui stavano giudici e provveditori a “giodicare li colpi”.
Come in molte cronache del periodo non c’è dato da sapere molto sulle regole o sugli armamenti utilizzati in questo evento, ma possiamo comunque capire che erano scontri poco amichevoli infatti durante la giostra muore tal Ceccolino un famiglio di Cecco Ordelaffi, mentre un altro giostratore di parte Riminese muore per le ferite riportate al suo rientro a Rimini.
Al termine della giostra “fo veduta la scritta de li culpi” e il palio “una pecia de citani verde” (una pezza di seta verde) fu data al vincitore uno scudiero di Sigismondo Malatesta.
A rimarcare l’importanza di questo evento sono i festeggiamenti fatti al vincitore a suo ritorno a Rimini, “e fonne facto gran festa ad Arimino, como si uno signore gli fosse arivato”.
Cosa non usuale per questo tipo di eventi a seguito della giostra ci fu una sfida tra balestrieri di cui però abbiamo pochissime informazioni :”e quillo dì ancora de la giostra fo tracto un altro palio per li balestrieri in la piacia : trassegli molti balistreri”.
I festeggiamenti finirono con l’amnistia di alcuni forlivesi banditi dalla città “et eciam fo remesse de bando per quella nativitate li molti persone” .
Ricerca Storica : Eugenio. Larosa
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