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La morte di Muzio Attendolo Sforza




Era il 4 di gennaio 1424, e Sforza, in età di cinquantacinque anni, dava battaglia ai Bracceschi alla foce del fiume Pescara. Più non rimaneva che a compire la vittoria dando addosso ai nemici.

Ma ecco che ad un tratto si leva un impetuoso vento di Maestro; il mare mugge burrascoso, il fiume gonfia ; alcune squadre di cavalieri sforzeschi rimaste di là del fiume, al comando di passare, impaurite non obbediscono.

Lo Sforza, che già era passato, dalla riva opposta fa cenno ai soldati con la mano, li chiama per nome, e poiché nessuno osa muoversi, si caccia un'altra volta col cavallo nel fiume per dare esempio a quelli che avevano paura.

Giunto a metà della corrente, si volta, e scorge un suo paggio che era entrato nell'acqua portandogli dietro l'elmetto, e che, perduto l'equilibrio , stava per affogare,
"Ah povero ragazzo ! (gridò Sforza). E nessuno ti aiuta? "
Ed avvicinatosi a lui, si abbassò gittandosi con tutto il corpo da una parte; poi, steso il braccio quanto potè, riuscì ad afferrarlo per i capelli; ma così facendo, tirò violentemente le redini.

Aveva lo Sforza un gagliardo cavallo da guerra, ma tanto delicato di bocca, che appena si sentì urtato dal morso, si inalberò; le gambe di dietro affondarono nella melma fangosa; il cavaliere rovesciato all' indietro, usci di sella.
Liberato da quel peso, il cavallo nuotando giunse alla riva e fu salvo.
Ma, gravato della pesante armatura, lo Sforza non poté riaversi, e sparì proprio là dove la vorticosa corrente del fiume si confondeva con le onde e col muggito del mare.

Per due volte si videro i suoi guanti di ferro levarsi sull'acqua e congiungersi insieme.
Nessuno osò entrare nella corrente.
Il suo cadavere non fu mai trovato.

Cronaca coeva Bernardino Corio

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